Bambini e tecnologia: sì o no? - Children and technology: yes or no?

IT - Nell’ultimo periodo, la tecnologia sta diventando parte integrante della vita dei bambini anche molto piccoli. Per questo motivo, bisogna capire come educare alla tecnologia e, soprattutto, come trarne beneficio. Riprendendo ciò che sostiene lo scrittore e innovatore nel campo dell’educazione Marc Prensky, la tecnologia può essere sfruttata a vantaggio dell’insegnamento. I “nativi digitali”, o meglio coloro nati nel XX secolo, sviluppano degli schemi di pensiero completamente differenti dagli “immigrati digitali”(nativi dell’età precedente), proprio per questo motivo devono essere trovate nuove strategie volte ad un apprendimento migliore. In che modo? Per esempio un educatore, al posto della solita lezione frontale, può creare dei giochi di ruolo su strumenti digitali riferiti a degli argomenti da affrontare.

“Filosofia classica? Crea un gioco in cui i filosofi discutono e gli studenti devono scegliere cosa direbbe ciascuno. L'Olocausto? Crea una simulazione in cui gli studenti interpretano il ruolo dell'incontro a Wannsee, o uno in cui possano sperimentare il vero orrore dei campi, al contrario di film come Schindler's List.” 

Digital Natives Digital Immigrants, Marc Prensky 

Ma non è tutto oro quel che luccica! Come ogni cosa, anche la tecnologia ha dei lati oscuri e, proprio per questo motivo, necessita di un’educazione appropriata per ridurli. 

Durante l’infanzia sarebbe opportuno supervisionare le attività del figlio: questo non vuol dire invadere la sua  privacy, ma creare delle regole che, se rispettate, creano un rapporto basato sulla fiducia. Per esempio bisognerebbe dare un limite temporale di utilizzo degli oggetti tecnologici, non permettere l’utilizzo dello smartphone a tavola…

È dimostrato che avvalersi della tecnologia e dell’esperienza videoludica permette di migliorare la relazione tra genitori e figli e, quindi, di renderla un momento di condivisione e divertimento. I videogiochi possono essere usati a questo scopo, mentre sarebbe meglio evitare fino ai 2 anni l'utilizzo di tablet e cellulare. Altra cosa importante da non tralasciare, sarebbe quella di verificare i contenuti che il bambino consulta: evitare troppa violenza, troppa volgarità e temi a sfondo sessuale. 

Nel momento in cui il bambino cresce, le cose si complicano: l’adolescente entra in contatto con il mondo dei social network. Se da un lato essi possono essere un mezzo di comunicazione con il mondo circostante, dall’altro rappresentano un grande pericolo se usati in modo scorretto. Proprio per questo motivo bisognerebbe educare i ragazzi al loro utilizzo. Lo psicologo Matteo Mangiagalli fornisce una serie di consigli ai genitori per affrontare questa responsabilità. 

Qui, oltre alla famiglia, entra in gioco la scuola che deve far capire ai ragazzi che bisogna stare attenti a ciò che si pubblica sul web, poiché vi rimarrà impresso per sempre e potrà essere usato, in futuro, a loro sfavore. 

Inoltre, il mondo virtuale non è la realtà e, di conseguenza,  non bisogna puntare agli standard di bellezza presentati da influencer, in quanto sono veramente surreali. Questo viene anche dimostrato da diversi post che fanno notare come, attraverso una posizione o un’applicazione, può totalmente cambiare la nostra immagine. 

La scuola può lavorare su questi aspetti tramite corsi e incontri con specialisti che riportano testimonianze ed esempi di vicende problematiche legate al mondo digitale e offrono suggerimenti per un uso consapevole e sicuro dei social.

Ricapitolando… la tecnologia ormai è una parte fondamentale della nostra esistenza e proprio per questo è importante capirla e utilizzarla responsabilmente evitando le sue trappole.

Diletta e Giulia

EN - In the last period technology is becoming a part and parcel in children’s life even in babies, so we have to understand how to teach them the use of technology above all now to get advantage from it. As Marc Prensky said, technology can be used to teach. “Digital natives”, those who were born in the XXth century, develop different thought patterns from “Digital immigrant” (previous century); exactly for this reason new strategies must be found to get a better learning. How? For example, instead of the usual frontal lesson, the teacher could create role-playing games with digital technology.

“Classical philosophy? Create a game where philosophers argue and students have to choose what each would say. The Holocaust? Create a simulation where students play the role of the meeting in Wannsee, or one where they can experience the true horror of the fields, as opposed to movies like Schindler’s List.”

Digital Natives Digital Immigrants, Marc Prensky

But it’s not all gold what glitters. Even technology has its dark sides, and thus it needs a proper education to reduce them. The phycologist Matteo Mangiagalli suggests parents how to face this  responsibility: during childhood parents should monitor their children activities without invading their privacy, but creating rules to develop the relationship on trust: for example children shouldn’t use their mobile phones while having lunch or dinner, or parents should give time to limit the use of devices. It has proved that making use of technology improves the relationship between parents and children because it’s a time of sharing and fun. Video games can be used for this goal, but you had better avoid using tablets or mobile phones under the age of 2 years old. It’s very important to control what children watch on devices: avoid violence, lots of vulgarity and sexual themes. 

When children grow up and they are teenagers things are more complicated because of social networks, they can be a way of communication but, on the other hand, they can be a danger if used inappropriately. For all these reasons we should educate teenagers how to use devices.

Family and school, as well, must teach them to be careful of what they post on the web because it will be online forever and it could be used against them. Moreover the virtual world isn’t real. Influencers beauty standards indeed they are unreal people, as shown from posts which underline how an app can change our image. Schools can work it out through courses or meeting with professional figures who repost witnesses and examples of digital trouble and suggest how to use social media in a safe and responsible way. Finally, technology has a main role in our life that’s why we have to understand it and use it in a responsible way avoiding its traps.

Diletta e Giulia